fbpx

Boilies “in equilibrio”: come usare le bilanciate in grande lago

Ogni volta che torno da una sessione la mia testa va a mille. Perché, volente o nolente, in qualche modo lo spot di pesca ti frega sempre.

Ti faccio un esempio che è semplice: cali le canne nei buchi tra le alghe e la mattina dopo non trovi più nulla, se non il tuo bell’innesco immacolato. Le folaghe? La minutaglia? I gamberi? Tutte spiegazioni plausibili, che lo sono un po’ meno quando provi diverse soluzioni per eliminare questi ipotetici problemi.

Ti rendi conto, quindi, che le carpe sono più furbe di quanto pensi. E che si spaventano davanti a un doppio innesco da 24 millimetri che tu hai messo per evitare carassi, scardole e affini.

Ecco perché, da un po’ di tempo, pesco con inneschi bilanciati anche in grande lago: perché funziona, eccome se funziona!

CAMBIARE L’APPROCCIO

L’idea di utilizzare esche iperalleggerite in grande lago necessita di un “salto” mentale notevole. Ovvero, bisogna passare dal pensare alla carpa come a un pesce selvatico, aggressivo, e disposto a mangiare tutto, all’idea della baffuta come un pesce “raffinato”, che impara dagli errori e non ci sta mica sempre a farsi fregare.

Affrontare il grande lago come la cavetta: sta qui la vera novità. E se non possiamo farlo dal punto di vista della pasturazione, perché bombette e stick mix farebbero ridere in grande lago (anche se, in alcuni precisi momenti dell’anno, funzionano, ma ci torneremo…), possiamo farlo dal punto di vista dell’approccio, dei terminali e degli inneschi.

Precisione, leggerezza, morbidezza: sono queste le 3 chiavi che, a mio avviso, ci possono aiutare a fare un salto di qualità nella pesca in ampi spazi.

A partire dalla ricerca dello spot: basta pasturazioni mega, su ampia scala, con quintali di pastura. A meno che facciamo una settimana a pesca, non serve. Concentriamoci sui microspot.

A vista, possiamo trovarne tanti. Buchi tra la vegetazione, grossi massi e pietraie, ostacoli sommersi e zone con visibili segni del passaggio delle carpe.

Con l’ecoscandaglio ci vuole un po’ di esperienza in più, ma si riesce eccome: variazioni di fondale, erbai, zone dure vicino a zone morbide (che si trovano grazie all’approfondimento con il filo a piombo), piccoli plateau.

L’idea è quella di cercare spot dove il pesce già c’è e passa, e tentarlo con esche buone, concentrate, e in quantità moderata.

Si risparmiano boilies e… tempo. Perché ci accorgeremo di diventare sempre più veloci a catturare i pesci, semplicemente cercando dove già sono presenti.

ESCHE LEGGERE

Poche esche, ma buone, dicevamo. In pasturazione, lo sappiamo, non bisogna pensare di poter buttare robaccia: risparmiare su quello che effettivamente attira le carpe e le porta sull’innesco è un non-sense che molti carpisti ancora faticano a capire.

In pastura dobbiamo usare esche attrattive e digeribili, che non siano “mattoni”. E l’innesco deve essere molto attrattivo.

E pure alleggerito: wafter, bilanciate, chiamatele come volete, ma le pop-up a galleggiabilità controllata sono indispensabili in questo tipo di approccio.

Ci servono, in poche parole, palline che galleggino ma non troppo, in modo da poter essere bilanciate con il solo peso dell’amo. L’assetto tipo è la pallina che tende a venire verso l’alto, il capello stesso e l’amo poggiato sul fondo, se non del tutto almeno con la punta.

Perché fare questo? Perché la pallina alleggerita annulla il suo peso, e annulla in gran parte anche quello dell’amo!

Un pesce, quando si avvicina alle esche per aspirarle, nemmeno si accorgerà dell’innesco perché questo, molto alleggerito, schizzerà nella sua bocca molto in profondità prima ancora che se ne renda conto.

I pesci diffidenti aspirano le esche in modo meno potente di quelli in frenesia, e un’esca più amo alleggerita fa proprio al caso nostro.

In commercio ce ne sono di diversi tipi, e si chiamano wafter, tuttavia la maggior parte sono di diametri contenuti (che non vanno bene in luoghi molto ricchi di pesce piccolo come i grandi laghi).

Il nostro obiettivo è quello di trovare boilies bilanciate di diametro generoso da usare in grande lago, come le Mainline, oppure le Hookbait di Over Carp.

NEGLI OSTACOLI

Oltre alla pesca “raffinata” in grande lago, c’è un altro tema, che è quello della pesca tra gli ostacoli. Pescare tra rami e massi non significa pescare pesci stupidi.

Anzi, qui, più che in altri spot, avere un’esca bene visibile, che non finisca tra i ciotoli, o nel fango, o tra le erbe, è indispensabile.

Però, al contempo non possiamo usare ami dell’8 o del 6 che si bilanciano perfettamente con wafter da 10, 12, o 14 millimetri, perché siamo costretti a tirare.

Quindi, se siamo obbligati a usare ami misura 1 o 1/0, non ci resta che utilizzare palline bilanciate di diametro generoso, da 20, 22 millimetri, se non 24.

Non è finesse nella misura, ma lo è nell’utilizzo, perché una bella pallina bilanciata può azzerare il peso anche di un amo pesantissimo.

Non è finesse nella misura, ma lo è nell’utilizzo, perché una bella pallina bilanciata può azzerare il peso anche di un amo pesantissimo.

E fregare persino una carpa diffidente, esattamente come un mini-innesco da 10 millimetri!

ANTI-GARBUGLIO

Pensiamo a questo punto a cosa succede quando i piccoli pesci entrano in pastura e cominciano a rovistare tra le nostre esche.

Una va di qua, una va di là, si alza il limo dal fondale e con esso i detriti. Insomma, un gran casino, al quale è sottoposto anche il nostro innesco.

Però, non possiamo permetterci che il lavorio dei piccoli pesci metta fuoriuso l’innesco e lo porti tra i detriti, o peggio ancora lo ingarbugli.

Se proviamo a simulare questa situazione con la mano, stroppicciando l’innesco e facendolo volare di qua e di là mentre è poggiato sul fondo, ci renderemo conto che un terminale innescato con una pallina bilanciata non si ingarbuglia mai.

Proprio perché la pallina è alleggerita, quando questa viene spostata, schizza veloce verso l’alto ma riscende molto lentamente verso il basso, trascinata dall’amo. Il capello non può ingarbugliarsi così sul gambo stesso dell’amo.

E’ forse questo il motivo che mi spinge più di ogni altro a usare le palline bilanciate in grande lago ma anche in acque piccole e limitate.

Sapere di essere sempre in pesca nel modo corretto è un bel vantaggio. O no?

TERMINALI AD HOC

Con le esche bilanciate, personalmente utilizzo solo due tipi di terminali: morbidi o combi.

I primi li impiego se devo usare rig corti, su montature inline da impiegare su fondali duri e compatti. I combi sono invece una scelta allround, che prediligo però su fondali molli o dove è possibile siano presenti dei detriti.

Nella realizzazione del combi, spello un materiale “coated” come L’N-Trap Semi Stiff di Korda (link: http://www.sportit.com/it/trecciato-coated-n-trap-semi-stiff-30-lb-beige-knt15)  fino a circa 5 centimetri dall’occhiello dell’amo in modo da avere un “gomito” morbido che dia abbastanza mobilità alla pallina alleggerita.

Piccolo particolare, ma fondamentale: realizzo il capello con il filo interdentale (bait floss) per renderlo ancora più morbido e dare ancora più mobilità all’esca.

Questo è l’assetto che impiego quando utilizzo le esche bilanciate.

Cioè… sempre. E sono convinto che, provandole , e risultato dopo risultato, molti di voi intraprenderanno questa strada!

Ti è piaciuto questo articolo?

Clicca sulle stelline per esprimere il tuo voto

Valutazione 5 / 5. 1

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*