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Spoon Nories da trout area: quando e come usarli

Su SportIT sono appena arrivati tutti gli spoon Nories da trout area: ne abbiamo approfittato per analizzarli uno per uno con i consigli di un nostro “insider”, Luca Gambino, che di gare di trout area ne sa qualcosa…

Obiettivamente, sono affascinanti. Tutti colorati, con livree che fanno concorrenza a quelle delle moto custom.

Poi, sono così piccoli, dalle forme particolari: per un pescatore sono come gli orecchini per una donna. Qualcosa da pesca che dà anche stile.

Parola d’ordine: spoon. Si chiamano così, oggi, gli ondulanti.

Gli “spoon” sono il simbolo della tecnica del momento per quanto riguarda lo spinning, e forse dovremmo dire l’acqua dolce: la trout area.

Abbiamo chiesto al nostro testimonial Luca Gambino, carpista ma anche garista di area game da una paio di anni, di parlarci degli spoon Nories, che lui conosce molto bene.

Nelle prossime righe, vi illustriamo il suo punto di vista.

La trout area è la tecnica del momento. E’ una versione di spinning light dedicata alle trote dei laghetti e si pratica con piccoli ondulanti, detti “spoon”.

Nories, per chi non lo conoscesse, è un marchio giapponese che è un po’ il simbolo della trout area.

E’ infatti forse il primo brand ad essere diventato “di moda” in Italia e in Europa, creando veri e propri best seller.

Oggi Nories organizza anche una delle più importanti gare al mondo, la Nories Cup, che noi italiani abbiamo già vinto due anni fa.

Detto questo, su SportIT abbiamo aggiunto un altro pilastro al nostro reparto spinning, portando appunto un’abbondante selezione di prodotti Nories da trout area, che si affiancano agli altrettanto apprezzati spoon di Shimano, Daiwa, Rapture e… lo anticipiamo, di altri marchi che si aggiungeranno a breve.

In questo articolo prenderemo gli artificiali Nories uno per uno e ne illustreremo le qualità, dando qualche consiglio su come e quando usarli.

Poi, abbiamo approfittato di una chiacchierata con il nostro testimonial Luca Gambino per carpirgli qualche segreto “da gara”.

Consigli che sono molto utili anche per la pesca in contesti non competitivi…

Per le trote apatiche

Ci spiace spoilerare subito il primo tema, ma partiamo dai due spoon che funzionano meglio quando le trote proprio non hanno voglia. Insomma, andiamo subito sul difficile.

Questa trota non ha resistito al “fascino” del Weeper di Nories.

Il WEEPER è senza dubbio lo spoon Nories più indicato per la pesca con trote apatiche.

E’ infatti un artificiale “da galla”, da far filare in mezzo a branchi di trote apatiche. E’ disponibile in tre formati di peso: 1,5 grammi, 0,9 grammi, e un leggerissimo 0,6 grammi, ideale per una pesca ultralight molto vicina a riva.

Uso il Weeper spesso nei finali di gara“, ci racconta Luca, “perché è un’esca che va fatta lavorare molto lentamente ed è in grado di stimolare l’attacco delle trote apatiche. La sua efficacia è dovuta al fatto che, per la forma che ha, è in grado di rimanere nella zona dove ci sono le trote più a lungo di altri spoon“.

Il Teach, in basso a destra, è lo spoon più piccolo di Nories.

Il secondo spoon da tenere d’occhio quando si parla di trote che proprio non ne vogliono sapere, è il TEACH.

Qui andiamo sull’ultra-tecnico, e sull’ultra-leggero, tanto che Luca stesso ci dice che per usare al meglio questo spoon servono canne apposite, extra-light. Dice: “Il Teach è un microspoon da 0,5 grammi, lo lanci a 15 metri da riva e lo fai passare in mezzo alle palle di pesce, sperando di muovere qualche trota“.

A differenza del Weeper, il Teach si muove molto più lentamente, vibra meno, quindi è meno “invasivo”. E’ una delle scelte di chi fa le gare per gestire gli ultimi minuti se le trote non mangiano.

Un trucco consiste nel recuperarlo anche con piccoli colpetti, sia utilizzando la cima della canna, sia accelerando il recupero con il mulinello.

Per le trote “grosse”

Chi conosce il contesto delle gare di trout area sa che “grossa”, per quanto riguarda una trota, può essere un termine molto relativo.

 

Il Masukuroto è uno degli spoon migliori per la pesca fuori dalle gare alla ricerca di trote di taglia.

Ci sono gare e gare: in alcuni contesti le trote sono le “rambo” da 100 grammi, in altri sono più grosse.

Fatto sta che qui come trote “grosse”, indichiamo quelle dai 2-3 etti in su.

E, in relazione a questo, parliamo del MASUKUROTO. Le grammature sono 3: 2, 2,9 e 3 grammi. Quindi, uno spoon “pesante” e “grosso” rispetto a quelli finesse molto di moda oggi.

Il vantaggio di questo spoon Nories è dato dalla forma Center Flat Design, che ci permette di lanciarlo a lunga distanza, cosa che fa molto la differenza sia in gara che non.

Il Masukuroto“, racconta Luca, “è uno spoon che ha un movimento frenetico e nervoso, mi piace perché è uno spoon che si lancia molto bene. Fuori dal contesto di gara è uno dei miei preferiti perché sulle trote grosse è micidiale“.

Un po’ per tutto, un po’ per tutte

Quando ne parliamo, Luca si accende. “Sì, il Sofia è il mio preferito“.

SOFIA, che si legge Sòfia e non come il nome di donna, è uno degli spoon Nories più apprezzati da tutti.

Il Sofia è il più versatile spoon di Nories.

E’ il più versatile degli spoon Nories perché può essere usato in qualsiasi strato d’acqua“, spiega il nostro testimonial.

Lo uso quando ho necessità di sondare diversi strati d’acqua, e va bene in tutte le situazioni perché funziona sia su trote aggressive, sia su quelle apatiche, perché è meno agitato del Rooney“.

Nories descrive il Sofia come uno spoon da middle range, e lo ha creato in 2 grammature: 1,2 e 1,6 grammi.

Gli stili di recupero possono essere i più disparati, dal lineare a quello con stop&go, passando per i recuperi a cannone e i tentativi “in caduta“.

Luca infine ci racconta una curiosità. “In una gara l’ho usato anche per cercare trote in 3 metri d’acqua. E’ vero che il Sofia è uno spoon più superficiale, ma fatto scendere e fatto lavorare in un certo modo diventa utilizzabile anche in profondità più alte rispetto a quelle standard della trout area“.

A proposito di pesca di fondo, occhio anche al BOON. Sfarfalla, si agita molto nel recupero, e ha la particolarità di “tenere” la profondità anche con recupero veloce.

Se sentite parlare di “bottone“, è lui.

Lo spoon per cominciare bene

Premesso che non c’è una gara uguale all’altra, in generale a inizio competizione le trote sono più attive e voraci, per diventare molto diffidenti negli ultimi punti. Vuoi perché sono già punte, vuoi perché sono le più furbe o svogliate.

Il Rooney di Nories è molto apprezzato per le sue qualità di “cacciatore” di trote affamate.

Quando si parla di inizio gara, o comunque di trote belle in forma, chiamiamo in causa il ROONEY.

E’ forse il più famoso spoon della Nories ed è disponibile in 4 misure: 1,5, 1,8 , 2,2 e 2,8 grammi.

Nei primi turni di gara lo uso spesso“, ci dice Luca, “perché questo spoon è una via di mezzo tra il Masukuroto e il Sofia. Quando le trote sono molto aggressive mi piace usarlo anche in velocità. Infatti, non è solo uno spoon per trote stazionarie. E’ uno spoon che fa muovere le trote, le induce ad arrivare sull’esca da lontano“.

Il Rooney può essere recuperato anche molto velocemente, sfarfalla e tiene il fondo agevolando l’azione di ricerca.

A tutto colore

Approfittiamone per parlare un attimo dei colori degli spoon. Quando parli con uno che fa le gare non è mai facile carpirgli i segreti. Soprattutto in tema di colori, perché spesso è questo che fa la differenza.

Come detto, ogni gara è diversa, ogni spot fa storia a sè, e capire quale sia il “colore giusto” fa la differenza tra un podio e un taglio al primo giro.

Oltre alla forma, conta molto il colore: ecco perché chi fa gare di trout area possiede moltissimi spoon.

La mia regola è molto semplice, non c’è niente di scientifico: colori accesi all’inizio, bianco, marrone, nero e verde alla fine“, commenta il nostro testimonial.

I colori accesi hanno successo su trote che hanno fame, mentre i colori “spenti” possono stimolare meglio trote poco affamate.

Non è un caso che abbia molto successo il colore “pellet”, che altro non è che un colore marrone che ricorda il cibo che le trote “da laghetto” hanno mangiato fino a poco tempo prima, il pellet da allevamento, appunto.

Anche la grammatura è importante in un contesto di gara. Spoon pesanti (e per pesanti si parla di 2 grammi o poco più) vanno bene nei primi minuti, spoon leggeri (e si scende fino a 0,8, 0,5 grammi) vanno bene alla fine.

Esche alternative

Una trota catturata con un crank.

E cosa diciamo dei crank da trout area?

Ne dobbiamo parlare perché le hard bait stanno prendendo sempre più piede. I mini-crank da area sono ormai una garanzia perché permettono di stimolare i pesci in determinati strati di acqua, facendo lavorare l’esca in verticale.

Non sono esche che garantiscono continuità come gli spoon, ma in alcune situazioni si rivelano devastanti.

Così come i jerk, che si propongono come “new entry” nel campo della trout area.

Parlando di Nories, citiamo gli SWEEK, esche che ricordano dei mini popper, ma che in realtà sono jerk galleggianti, che affondano solo nel recupero.

Gli Sweek di Nories sono jerk galleggianti da trout area.

La loro efficacia è data dal movimento nervoso dato dagli sbacchettamenti, che non dipendono dai colpi di canna (le canne da area, come ben sapete, sono molto morbide) bensì dalla variazione di velocità di recupero del mulinello.

La conclusione la lasciamo a Luca, che ci racconta un altro aneddoto interessante, proprio su crank e jerk.

Eravamo in un lago dove le trote erano a galla. Non c’era modo di farle mangiare con gli spoon. Era una situazione da popper. Ma… noi non avevamo popper dietro. Ci siamo arrangiati utilizzando i crank e i jerk in maniera “alternativa”. Li abbiamo “popperizzati”. Alla fine, si comportano come i popper, perché galleggiano. Basta modificare il recupero. Lanci, recuperi e crei uno strappetto, poi li fai risalire, poi altro strappetto. Abbiamo semplicemente avuto fantasia“.

Come nel calcio, anche nelle gare di trout area la fantasia conta…

 

Il nostro testimonial SportIT Luca Gambino in azione con una canna da trout area.

 

 

 

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