Con il Sapphire Pack Adidas interviene sullo stile e sulla tecnologia delle Predator, creando un nuovo modello che si distacca nettamente dai precedente. Dove? Tomaia, suola e collarino sono completamente rinnovati. E anche il design: meno “tamarro”, più proiettato verso il futuro.
Se vedendo le nuove Adidas Predator Edge hai pensato alle atmosfere di Tron Legacy, non sei il solo: perché l’azienda tedesca, con questo nuovo modello delle “predatrici”, ci proietta direttamente nel futuro.
Un futuro luminoso, tecnologico, fatto di luci brillanti, fluorescenze e di geometrie spigolose.
Eccole qui, allora, le nuove Predator Edge del Sapphire Pack, in tutta la loro modernità lineare e nella semplicità di una ricetta, quella di Predator, che non muore mai.
Perché comprarle? Perché ci sono alcuni elementi nuovi, piuttosto interessanti.
Predator Edge + SG: la Bellezza!
Tomaia e Predator Element
Partiamo dalla cosa più evidente: rispetto alle Freak e alle Mutator, il cambiamento sulla “pelle” della scarpa è clamoro. Sono spariti gli spike, le puntine gommose e “mostruose” delle Predator dal 2020 in poi, per lasciare il posto a delle appendici continue, rotonde, lineari, più morbide e più sporgenti sulla tomaia.
Insomma, le righe rosso/arancio che si vedono sulle nuove Predator Edge e che si chiamano Zone Skin.
Perché cambiare, visto che gli spike sono considerati da praticamente tutti come eccezionali per migliorare il controllo di palla? Per migliorare: più morbida e sporgente, la Zone Skin favorisce, anche per la sua forma più avvolgente lungo la tomaia, una sensibilità maggiore.
Belle? Brutte? Sicuramente in ottica stile della scarpa le nuove linee cambiano di molto la percezione, ma assicuriamo che dal punto di vista dell’efficacia sul campo, l’effetto è notevole.
Meno alta, più morbida
Parlando della tomaia, non possiamo non notare il grande cambiamento nel collo del piede, nella versione “alta” e laceless. Il Primeknit che fino a Mutator e Freak andava abbondantemente sopra il malleolo, si accorcia senza far perdere il grip sulla scarpa.
La Predator Edge è più morbida rispetto alle Predator precedenti, e lo capisci subito quando provi a piegarla e accarezzi la tomaia in corrispondenza della Zone Skin.
E anche sul tallone: sparisce infatti il rinforzo che induriva la parte posterire in corrispondenza del tendine, dando quindi un’ulteriore senso di morbidezza alla calzata sul piede.
Il collarino delle Predator Edge è più basso rispetto alle Predator precedenti.
Il diamante serve o no?
Terzo elemento che cambia, all’apparenza tanto ma in realtà non troppo, è la suola.
Rimangono infatti le due piastre, di punta con 7 tacchetti, di tacco con 4. A cambiare è sicuramente lo stile, più futuristico, con un materiale spettacolare dal colore cangiante in base alla luce, che ricorda appunto un prezioso, e la forma dei tacchetti più spigolosa e acuta, proprio come un… diamante.
Eccoci allora all’altra grande novità proposta in pompa magna da Adidas: il “Power Facet“, ovvero il diamantone che si trova sulla punta della scarpa. Promette di appesantire la punta della Predator per migliorare la potenza e la traiettoria del calcio. Promette e… lo fa?
Non possiamo esprimerci su questo elemento: aspettiamo le prime perle di Pogba e soci per confermarlo!
Il “diamantone” Power Facet che promette di cambiare il bilanciamento della scarpa.
I tacchetti hanno una forma più squadrata e acuta. Particolare della suola a due piastre.
Se ti piacciono da impazzire le Predator Edge del Sapphire Pack, vieni a vederle a SportIT Football a Milano, in via Spartaco, 11, oppure vai sul sito SportIT.com dove trovi tutti i modelli, dalla +, alla .4, passando per le .1, le .3, le versioni AG e quelle da calcetto.
Alla prossima, ti lasciamo con i due unboxing che abbiamo fatto dove puoi vedere le Predator Edge + Laceless e le Predator Edge.1.