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87, 28, 53 | Road to WCC22 #4

Quanto conta la postazione al World Carp Classic? Praticamente, tutto. A meno che arrivi un bel po’ di maltempo “vero”. In questo articolo raccontiamo le postazioni migliori, quelle in cui, se ci finisci, hai davvero speranza di portare a casa un risultato

“Io voglio finire alla 28”. “86. O 53. Non ci sono storie”.

Fantastichiamo!

Eh sì, perché è quello che fai dal momento in cui viene accettata la tua iscrizione al momento in cui ti ritrovi in mano la cartellina con la postazione che ti è stata assegnata.

E, 100 casi su 106, rimani deluso. Perché “Quelle” postazioni valgono oro. Indipendentemente dalla stagione e dalle condizioni meteo.

Se andiamo a guardare i risultati del World Carp Classic negli anni passati e mettiamo insieme i dati, anche semplicemente a livello grezzo, notiamo che ci sono delle postazioni che rendono sempre. Ovvero, o vincono, o ti fanno fare comunque tanti pesci. Se finisci lì, sei sempre in Top 10.

Parentesi importante: scrivo questo testo facendo riferimento alla numerazione ufficiale del WCC22, che è diversa da quella del WCC21 e 20.

Il mio socio Silvio ha un tarlo nella testa: vuole la 28. Ma non quella dove eravamo nel 2020, che faceva pietà, quella appunto del 2022. Descriviamola così: è l’unica posta in cui valga la pena finire nella cosiddetta “Dark Side”.

Guardando la cartina, la Dark Side è quella penisola frastagliata che si snoda davanti all’isola grande, per intenderci dalla postazione 28 alla 41, e per alcuni anche lungo il braccio delle poste dalla 15 alla 27.

Perché Silvio vuole andare lì? Semplice: perché sulla destra c’è un’ansa a completa disposizione dove il pesce c’è sempre. Sia in condizioni di lago fermo, sia in condizioni di lago molto ventoso. E’ uno spot dove si fa sempre tanto pesce, si attiva fin dai primi giorni, ma a me non piace perché non tira fuori le vere grosse. Per divertirsi, e sognare un po’, va comunque benone e ci metterei la firma.

Così come sulla 27, almeno fino al 2020, quando abbiamo partecipato. Sì, perché abbiamo rischiato di finire lì, e non sarebbe stato male. Perché… sulla sinistra c’è tutta l’ansa di acqua bassa piena di erbai dove le carpe ci sono eccome e si infilano non appena sentono le prime barche entrare in acqua…

Poi c’è un mio sogno proibito: la 43. Una postazione che è “fin troppo” perché sulla sinistra domina una quantità di acqua notevole, con due baie enormi piene di canneti ed erbai. Qui ci vorrebbero 12 canne invece di 6, e per pescarla bene andrebbe violata la norma della massima distanza da riva…

Però, le postazioni dove io fondamentalmente vorrei finire, sono 4. Una tra la 53 e la 54 e una tra la 86 e la 87. Entrambe hanno vinto il World Carp Classic se non erro 2 volte, e sono zone sempre caldissime.

53 e 54 perché sono in una zona che durante l’anno è chiusa alla pesca, in quanto area di riproduzione e protezione degli uccelli. Ci sono due bracci, uno lungo e uno largo, in cui i pesci possono rifugiarsi in quanto pieni di erbai. Si fa la classica pesca “nei buchi”, roba tosta ma il pesce c’è eccome (Lee Jackson ne sa qualcosa). Mi posso accontentare anche della 55. Se finisco qui so comunque che passerò una settimana coi waders addosso…

Ma il mio sogno vero sono le due sulla punta dell’osservatorio degli uccelli. 87 e 86. 87 ha un’ampia fetta di lago a disposizione. 86 ha gli erbai giusti dove le carpe si infilano quando il lago è in quiete totale. Nel 2020 entrambe le due postazioni sono rimaste in testa fino alla fine, e una delle due ha vinto con, primo caso nella storia, un pari merito nel peso (ma la dimensione maggiore della carpa più grossa, da regolamento, ha assegnato così il trofeo). Se finisco qui, bimbo felice!

Poi ce ne sono tante altre interessanti. 44, dove l’anno scorso hanno vinto e infranto il muro dei 30 chili. Anche qui il segreto è essere all’apice di un braccio, con tanta acqua a disposizione dove cercare i pesci che vi “sprofondano” quando sentono il casino. Qui c’è anche il vecchio letto del fiume, che non è male.

106, 1, e 2, ma comunque tutta la zona del porto e della diga: queste sono zone da pochi e grossi pesci, o da tanti e grossi pesci nel caso di bufera e tormenta. Noi stessi ce ne siamo accorti nel 2020 quando quelle postazioni sono rimaste a secco fino al giovedì, quando si è scatenata la bufera, e poi magicamente si sono accese, portando catture a ripetizione. Se dovesse esserci una forte perturbazione, non avrei dubbi a voler essere in uno spot tra la 100 e la 3. Con vento in faccia, poi, sarebbe vera baldoria!

L’Isola grande va divisa in tre settori a cui vorrei, per semplificare, dare tre nomi: pessimo, proviamoci, e vamos. Pessimo: guardando la cartina è la parte sud, che dà sulla Dark Side. Silvio ci ha già pescato una volta. Escono 2-3 carpe massimo tra tutti, poi il resto sono tanti tanti siluri.

Proviamoci: dalla 67 alla 75. Ottime in caso di vento. La zona 70-75 ha degli erbai a portata di limite di calata, qualche pesce esce, e anche grossi. Se finisco qui non salto di gioia, ma potrei consumare il batiscopio…

Vamos: 76-82. Dirimpettaie della punta dell’osservatorio. Tanti erbai=tante carpe. Qui si fa pesca precisa, ma di pesce ce n’è sempre. Se finiamo qui ci sarà da affilare i gomiti con i vicini, ma potrei far valere i miei 90 chili attuali…

E poi c’è l’isoletta. Questo è il classico spot dove vorrei finire, ma non sono convinto. Fermo restando che un anno qui hanno fatto un secondo posto (2018, ma c’era un maltempo devastante gli ultimi due giorni), l’isoletta sembra un lago a parte. Si domina una bella zona di acqua, tutta purtroppo bassa, ma a far pesca precisa le possibilità ci sono. Certo, tutti sanno che non ha mai portato tanto pesce. Ma non mi dispererei. Anzi…

Infine, per concludere, le zone dove NON vorrei finire. Esclusa la 27, e forse la 23 e la 24, tutto il pezzo che va dalla 7 alla 27 mi fa una paura pazzesca. Perché si prende sempre molto molto poco, e mai grosso. Se guardi la cartina, vedi che è un braccio lunghissimo, frastagliato davanti. Ha speranza chi ha la postazione immediatamente davanti a una delle anse e riesce a pescarci più o meno dentro. Dentro dentro no perché si è oltre il limite delle calate consentite. La zona invece di ingresso del braccio, per intenderci la punta della 10, è un mistero. Sembra buona ma non si prende mai un tubo…

E poi c’è la sponda dalla 93 alla 100. Quella che parte dalla passeggiata col bar e va verso il muro di una delle due dighe (e il campo da golf). Zona caratterizzata da acqua bassissima, potrei non smattare solo se finisco alla 93, la prima, che domina tutta la zona del campeggio e ha molta acqua a disposizione, anche se molto bassa. Classici spot da un pesce. Qui le grosse grosse ogni tanto escono, ma ci vuole molto cu…ore.

Tra poche settimane sapremo che sorte ci avrà dato il destino. I sogni si possono realizzare – e come no! – ma al contempo finire in una delle postazioni buone significa sentire la tremarella nelle gambe perché sai che non puoi sbagliare.

A maggior ragione dopo aver scritto questo articolo: se finisco nella 86 e torno a casa senza pesci, con che coraggio potrei scrivere ancora?

Meglio non pensarci…

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