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Bolsena: la prima volta | Road to WCC22 #2

La prima volta non si scorda mai. Ma proprio mai, soprattutto se il Lago si chiama “Bolsena”. Nella “corsa” verso il World Carp Classic 2022, non si può non dare un’occhio al passato, alla prima volta appunto! E a quella bilancia Reuben Heaton…

“Senti Paolo, vogliamo chiederti una cosa. Vieni a fare il runner al World Carp Classic a Bolsena?”.

La mia prima volta al World Carp Classic è iniziata così. Con una telefonata di Davide Decataldo che, insieme con Andrea Fava, era stato selezionato dalla Shimano/Dynamite Baits per partecipare come uno dei team ufficiali all’evento di Bolsena.

Perché sì, la mia serie è dedicata al prossimo World Carp Classic, ma prima è bene che vi racconti qualcosa di me e delle mie esperienze precedenti con questo mega-evento.

La mia crush con questo evento in realtà parte molto ma molto più indietro. Dalle prime edizioni di Madine. Quelle “vere” di Madine, per intenderci quando Tim Paisley andava ancora in giro per il mondo e Simon Crow sembrava ancora giovane.

Quelle foto che non avevano bisogno di Instagram per apparire magiche, non so perché, mi avevano steso. Vedere quelle carpe, quelle specchi, mi faceva effetto. E non era tanto la taglia dei pesci. Erano la taglia del lago, la taglia dell’evento, la taglia (inteso lo spessore anglistico) dei partecipanti, la taglia dei premi a stupirmi.

C’era e c’è del buon marketing dietro, ma che ti devo dire: questo evento mi ha interessato fin dagli albori.

E c’era una cosa che volevo più di tutti: la bilancia della Reuben Heaton che davano a tutti i partecipanti. Cavolo, quanto la volevo!

Poi è arrivato Bolsena. Anzi, Bolsiiina, come lo pronunciano quelli che sanno l’Inglese. Anno 2012.

“Cioè, il World Carp Classic lo fanno da noi? In Italia?”.

Oh yes.

Ero cresciuto. Lavoravo come redattore nel mondo della pesca da qualche anno e quando ho saputo la notizia sotto sotto ci speravo.

Mi inviteranno almeno a vedere come referente dei media italiani? Nisba.

O come pescatore in un team? Nada.

Faccio il volontario? No.

E allora la prima edizione di Bolsena l’ho guardata incollato al sito ufficiale ai social. Anche se non era più Madine, faceva lo stesso effetto.

Stesse dimensioni: grande lago, una marea di team in gara, grandi angler sulle sponde da tutto il mondo, grande montepremi.

Io ero a casa, ma volevo stare a Bivvy City. Per vedere se Ardy Veltkamp fosse davvero credibile dal vivo come centurione, e magari sfidarlo al tiro alla fune. Ma anche per vedere l’effetto che faceva sfilare per le strade con le bandiere dei vari paesi sopra la testa, in mezzo alla gente non addetta ai lavori che sicuramente non pensa “questi sono degli sportivi”.

Una sfilata di panze e crocs mica da ridere, ma con una passione clamorosa per la pesca alla carpa.

Vedevo le classifiche aggiornarsi giorno per giorno, le foto dei pesci che addirittura venivano pubblicate quasi in diretta. Avevo ormai quasi 30 anni, ma dentro come un bambino ci speravo.

“Chissà”, un giorno. Forse.

Poi quel giorno è arrivato, nel 2013, con la telefonata di Davide.

Non mi ricordo la risposta, ma so che avevo accettato. Indubbiamente ero stordito. Non ero mai stato a Bolsena, non ero mai stato al World Carp Classic, e non ero endorsed by Shimano o Dynamite Baits: perché avevano scelto me?

Ho iniziato subito a pensare a come avrei potuto aiutarli come runner. Non avrei potuto toccare le canne ma potevo sicuramente raccogliere più info possibili, sia prima, sia durante la gara. Parlavo inglese, quindi potevo intervenire nelle discussioni coi marshall (si chiamano così i giudici al WCC). Ai tempi avevo la “mia” rivista, Carpfishing TOP, quindi avrei potuto fare un bell’articolo sull’evento e sulla loro pescata, cosa che al loro sponsor non sarebbe dispiaciuta. Avrei potuto fare video, fare foto, fare da mangiare, andare a fare la spesa.

Insomma, un sacco di cose. Ma Davide e Andrea mi fecero subito capire una cosa: basta che tu ci sia, il resto lo vediamo là.

Postazione 41. Settore SBS. Eravamo uno dei Team Dynamite Baits.

E tutto andò oltre le più rosee previsioni. Perché catturammo, e catturammo bene. Finimmo in uno spot che, sulla carta, poteva anche non dare niente.

Fummo bravi in una cosa: sapendo che di lì a poco si sarebbe alzato il famoso vento di Bolsena, a inizio gara trovammo velocemente un corridoio libero dalle alghe, lo pasturammo e vi calammo subito le canne. Non perdemmo tanto tempo con eco e ricerca, almeno all’inizio, e questo pagò perché per le prime due notti quelli di fianco a noi in pratica non riuscirono manco a calare oltre i 100 metri da riva.

Ci si ruppe il motore, rischiammo di finire le esche (che cosa erano le Pineapple Banana Nut Crunch?!) perdemmo un paio di pesci tra le alghe, e a guadino pure una grossa specchi, che a Bolsena è come il Graal. Ero con Davide in barca, la vedevamo sotto un grosso erbaio in cui si era infilata. Con un colpo di testa si slamò a 10 centimetri dal guadino.

Ero solo uno spettatore che guidava il gommone, perché non potevo fare altro. Ma quei giorni li ricorderò per filo e per segno.

Prima di partire non avrei mai immaginato di vedermi sul palco a ritirare un premio insieme a Davide e Andrea, ma accadde.

Alla mia prima esperienza vissi praticamente tutto quello che c’era da vivere. Le catture (79,60 kg totali, per fare il precisetti), il meteo assurdo, la competizione con gli altri, il dolce finale. Pure un’intervista per YouTube.

Avevo fatto una foto con Lee Jackson, stretto la mano al gladiatore Veltkamp… e ora posso dire che non lo vorrei sfidare al tiro alla fune. Poi ero stato anche a poche centinaia di metri da Darko Milicic, ex campione NBA che si era dato al carpfishing.

“Che cavolo mi è successo?”.

Ridevo, ripercorrendo i 500 e passa chilometri che mi riportavano a casa, da quella che – non lo sapevo ancora – sarebbe diventata la mia futura moglie.

Di base non sono uno molto espansivo, e forse non li ho ringraziati mai abbastanza: ma Davide e Andrea hanno realizzato un mio sogno. Mi hanno permesso di “vivere” il mio primo World Carp Classic. Se state leggendo queste righe, GRAZIE, siete stati grandi.

Ma grazie, soprattutto, perché mia avete fatto il regalo più grande: la bilancia. La Reuben Heaton del World Carp Classic che volevo tanto.

Disclaimer: mi scuso per la scarsità di foto a corredo dell’articolo. Nel tentativo di recuperarle, l’hard disk esterno in cui custodivo tutte le mie foto e video di pesca dal 2010 al 2013 ha smesso di funzionare. Non sapete la rabbia…

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Commenti

  1. Ti stimo e ti stimerò per sempre… adesso tocca a voi, siete super carichi e avete tutte le potenzialità per spaccare.
    In bocca al Lupo
    Paolo, Silvio e Gianluca

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